lunedì 29 Aprile 2024

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New York Times contro OpenAI, Cos’è e cosa fa Rabbit R1

Il New York Times apre la controversia contro OpenAI. La tecnologia e il digitale invece avanzano con Rabbit R1. Approfondiamo tutto questo ed altro nell’articolo di oggi.

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LA BATTAGLIA LEGALE TRA OPEN EYE E NEW YORK TIMES: UN APPROFONDIMENTO LEGALE

Intervista a Martina Nicolino, esperta in proprietà intellettuale e tecnologia legale, nonché presidente di fare digitale.

Nelle ultime settimane, una controversia legale ha scosso il mondo dell’informazione, coinvolgendo due giganti: Open Eye e il New York Times. La questione verte sull’uso non autorizzato dei contenuti giornalistici del New York Times da parte di Open Eye per addestrare i propri modelli di intelligenza artificiale. Questa disputa, che ha portato il New York Times ad intraprendere azioni legali, solleva questioni fondamentali riguardanti il diritto d’autore e il futuro della giurisprudenza sull’uso dei contenuti generati dall’intelligenza artificiale.

Per comprendere appieno la complessità di questa controversia, abbiamo intervistato l’Avvocato Martina Nicolino, esperta in proprietà intellettuale e tecnologia legale, nonché Presidente di Fare Digitale. Martina Nicolino ha evidenziato tre punti cruciali dell’atto intentato dal New York Times contro Open Eye. In primo luogo, si sottolinea l’uso non autorizzato dei contenuti giornalistici del New York Times per addestrare i modelli di intelligenza artificiale di Open Eye, sollevando interrogativi sul diritto d’autore e sulla proprietà intellettuale dei contenuti modificati. In secondo luogo, il New York Times accusa Open Eye di violazione della dottrina del fair use, affermando che l’utilizzo dei suoi contenuti protetti da copyright non rientra in categorie di ricerca specifiche. Infine, si contesta il modello di business di Open Eye, che utilizza i contenuti del New York Times per creare articoli, creando una concorrenza sleale nei confronti delle piattaforme giornalistiche.

Le richieste del New York Times includono il riconoscimento della violazione del copyright, la distruzione dei modelli di machine learning addestrati sui suoi contenuti e un adeguato risarcimento per danni patrimoniali subiti. La risposta di Open Eye è stata, come previsto, volta a cercare una soluzione che possa soddisfare entrambe le parti. Tuttavia, la società sottolinea le sfide nell’affrontare il rigurgito dei contenuti generati dall’intelligenza artificiale e l’importanza della trasparenza nel processo decisionale. La questione sollevata da questa controversia va oltre la mera disputa legale, sollevando interrogativi cruciali sull’uso etico e legale dell’intelligenza artificiale nel campo dell’informazione.

Mentre le trattative continuano, è evidente che una soluzione equa e trasparente sarà essenziale per proteggere i diritti delle parti coinvolte e garantire la fiducia nel futuro dell’informazione digitale.

RABBIT R1: IL FUTURO DELLA RELAZIONE UOMO-MACCHINA

Lo spettacolo tecnologico del CES (Consumers Electronics Show) di quest’anno a Las Vegas ha visto emergere una vasta gamma di innovazioni, ma una particolare scatoletta rossa ha catturato l’attenzione del pubblico: Rabbit R1. Presentato dalla startup Rabbit Inc., questo dispositivo portatile promette di rivoluzionare l’interazione con la tecnologia, proponendosi come una possibile alternativa agli smartphone tradizionali. Rabbit R1 si distingue per il suo approccio diretto e senza fronzoli: basta premere un pulsante e parlare al dispositivo per attivare una serie di “rabbit”, script automatici progettati per eseguire una vasta gamma di compiti. Questa semplice modalità di interazione, basata sulla voce, si propone di semplificare e rendere più intuitivo l’utilizzo della tecnologia, rompendo con il paradigma delle miriadi di app che affollano gli smartphone moderni. Ciò che rende Rabbit R1 ancora più interessante è la sua capacità di apprendimento continuo. Attraverso una modalità sperimentale di insegnamento, il dispositivo può imparare nuovi compiti semplicemente osservando l’utente mentre svolge determinate attività sullo schermo del desktop o del telefono. Questo processo di apprendimento rappresenta un nuovo capitolo nelle interazioni tra uomo e macchina, aprendo la strada a un futuro in cui le relazioni con la tecnologia saranno sempre più naturali e fluide. L’avvento di dispositivi come Rabbit R1 segna l’inizio di una nuova era nelle relazioni umane e tecnologiche. Con l’AI che assume un ruolo sempre più centrale nelle nostre vite, ci troviamo di fronte a una società in cui la distinzione tra esseri umani e macchine diventa sempre più sfumata. Questo cambiamento radicale richiederà un ripensamento completo delle interazioni quotidiane e delle dinamiche sociali, con conseguenze ancora tutte da scoprire. Mentre ci avviciniamo a un futuro simile a quello immaginato nei film di fantascienza, è chiaro che il nostro modo di vivere e lavorare sarà profondamente influenzato dalla crescente integrazione tra uomo e tecnologia. Nuove figure professionali, come gli ingegneri di prompt, emergeranno per guidare questa trasformazione e garantire che le interazioni uomo-macchina siano il più efficaci possibile. In definitiva, Rabbit R1 rappresenta solo l’inizio di un viaggio verso un futuro sempre più interconnesso e tecnologicamente avanzato. Mentre ci avventuriamo in questa nuova era delle relazioni umane e digitali, una cosa è certa: il futuro sarà affascinante e pieno di promesse.

L’entusiasmo attorno a Rabbit One è palpabile, con oltre 50.000 vendite in preordine registrate dalla startup Rabbit. Ma cosa rende così speciale questo dispositivo? La sua peculiarità risiede nell’eliminare l’interfaccia tramite app, sostituendola con un pulsante fisico e comandi vocali diretti. I Rabbit virtuali eseguono le richieste degli utenti, coprendo una vasta gamma di attività, dalla ricerca alla traduzione, offrendo un’alternativa più intuitiva rispetto alle app convenzionali. La presentazione di Rabbit One ha catturato l’attenzione a livello globale, con alcuni che l’hanno paragonata alla presentazione dell’iPhone per il suo impatto coinvolgente. Il CEO di Rabbit One ha sottolineato la necessità di superare il paradigma degli smartphone attuali, dove ogni funzione richiede un’app dedicata, consumando tempo e risorse. Ciò che distingue Rabbit One è il suo sistema operativo OS, sviluppato internamente e alimentato da intelligenza artificiale con modelli di apprendimento automatico. Le caratteristiche tecniche del dispositivo includono un display touchscreen da 2,88 pollici, un processore MediaTek da 2,3 GHz, 4 GB di RAM e 128 GB di memoria interna. Inoltre, la fotocamera rotante consente di catturare foto e video in qualsiasi situazione. Le funzionalità di Rabbit One si estendono oltre le specifiche tecniche, con la possibilità di interagire tramite comandi vocali e chat GPT. I Rabbit Hall, assistenti virtuali personalizzabili, offrono un’apprendimento sperimentale unico, memorizzando i comportamenti degli utenti e offrendo suggerimenti personalizzati. Ma la vera domanda è se Rabbit One riuscirà a sostituire gli smartphone tradizionali. Sebbene rappresenti una svolta significativa nell’interazione uomo-macchina, alcuni ritengono che sia prematuro parlare di una sua sostituzione completa. Tuttavia, le partnership con aziende come Plexy per la connettività diretta offrono un potenziale notevole per l’evoluzione del dispositivo. In conclusione, Rabbit One rappresenta un’innovazione significativa nel panorama tecnologico, con il potenziale per trasformare radicalmente il modo in cui interagiamo con la tecnologia. Mentre il futuro di Rabbit One è ancora da definire, una cosa è certa: questa è una rivoluzione da tenere d’occhio.

Fonti economyup.it

Il pensiero di Raffaele Gaito

Raffaele Gaito, noto per le sue recensioni dettagliate sulle ultime innovazioni tecnologiche, offre un’analisi approfondita di un video di presentazione di un nuovo dispositivo, RabbitR1. Con il suo stile diretto e coinvolgente, Gaito condivide le sue impressioni in tempo reale mentre esamina il video, fornendo commenti e osservazioni sulle caratteristiche e le potenzialità del dispositivo in esame. Sin dall’inizio, Gaito sottolinea l’opportunità di presentare una nuova recensione, invitando il pubblico a supportare il canale attraverso donazioni o abbonamenti. Passando al video di presentazione, Gaito rileva una mancanza di entusiasmo e coinvolgimento da parte dei presentatori, ma procede comunque con un’analisi dettagliata delle funzionalità del dispositivo. Attraverso la sua analisi, Gaito evidenzia le sfide e le promesse della nuova tecnologia, esplorando i suoi punti di forza e di debolezza evidenziati nel video. Confrontando le nuove proposte con esperienze precedenti, Gaito condivide le sue opinioni sui possibili sviluppi futuri del dispositivo, manifestando un atteggiamento critico ma ottimista nei confronti dell’innovazione tecnologica. La recensione di Gaito si distingue per la sua precisione e la sua capacità di coinvolgere il pubblico nel processo di valutazione delle nuove tecnologie. Concludendo con la promessa di esplorare ulteriormente il dispositivo e condividere le sue esperienze con il pubblico, dimostra un genuino interesse per l’evoluzione della tecnologia e il suo impatto sulla vita quotidiana.

Il video di Raffaele Gaito

CARRELLATA DIGITALE

GOOGLE ADS INTRODUCE L’IA PER MIGLIORARE GLI ANNUNCI DELLA RETE DI RICERCA

Google Ads sta sollevando l’asticella per gli inserzionisti con l’introduzione dell’intelligenza artificiale generativa (IA) per ottimizzare gli annunci sulla rete di ricerca. Questo passaggio, annunciato di recente, promette di semplificare la creazione delle campagne pubblicitarie e di migliorare l’efficacia degli annunci per gli utenti. Il cuore di questa innovazione è Gemini, il modello di intelligenza artificiale più grande e avanzato di Google. Gemini sarà esteso ad altri prodotti, inclusi Google Ads, per offrire agli inserzionisti una nuova esperienza di pubblicità conversazionale. Questa funzionalità, attualmente disponibile in lingua inglese per gli inserzionisti negli Stati Uniti e nel Regno Unito, diventerà presto accessibile a livello globale in altre lingue. L’esperienza conversazionale in Google Ads consente agli inserzionisti di creare campagne di ricerca ottimizzate attraverso una chat interattiva con l’IA di Google. Utilizzando semplicemente l’URL del proprio sito web, gli inserzionisti possono ricevere assistenza nell’ideazione di annunci pertinenti, che includono creatività e parole chiave. I risultati preliminari di questa nuova funzione sono promettenti. Gli inserzionisti hanno riportato una maggiore facilità nel creare annunci di alta qualità, come testimonia Tom Foster, Paid Search Manager presso Page1, che ha ottenuto una “Ad Strength” dell’annuncio valutata come “Buona” o “Eccellente”. La prossima fase dell’esperienza conversazionale includerà suggerimenti di immagini personalizzate per le campagne pubblicitarie, utilizzando l’IA generativa e le immagini della landing page dell’inserzionista. Questo aggiornamento, atteso nei prossimi mesi, permetterà agli inserzionisti di migliorare ulteriormente le prestazioni delle loro campagne pubblicitarie. Per garantire la trasparenza, tutte le immagini create con l’intelligenza artificiale generativa in Google Ads saranno identificate come tali, con l’applicazione di una filigrana invisibile e metadati standard. I dati preliminari indicano che gli inserzionisti che utilizzano l’esperienza conversazionale hanno maggiori probabilità di ottenere una “Ad Strength” valutata come “Buona” o “Eccellente”, il che si traduce in un aumento delle conversioni fino al 12%. In un contesto in cui l’IA continua a evolversi rapidamente, Google reitera il suo impegno a sviluppare e applicare questa tecnologia in modo responsabile, rimanendo fedele ai principi stabiliti nel 2018. Questo annuncio segna un altro passo avanti nell’integrazione dell’IA nel settore della pubblicità online, offrendo agli inserzionisti nuovi strumenti per ottimizzare le loro campagne e migliorare l’esperienza degli utenti.

Fonte blog.google

MICROSOFT COPILOT PRO: L’IA GENERATIVA ARRIVA IN OFFICE PER TUTTI

Microsoft ha annunciato un passo epocale nel suo ecosistema di prodotti: Copilot Pro, precedentemente riservato al settore aziendale, è ora disponibile anche per i consumatori. Questa mossa strategica mira a potenziare le funzionalità delle app di Office, come Word, Excel e PowerPoint, attraverso l’intelligenza artificiale. Copilot Pro offre un’ampia gamma di funzionalità potenziate dall’IA, accessibili tramite una sottoscrizione mensile di 20 dollari. Gli utenti Microsoft 365 Personal o Home possono sbloccare immediatamente Copilot Pro aggiungendo semplicemente questa opzione alla loro sottoscrizione esistente. Le nuove funzionalità includono la generazione automatica di presentazioni PowerPoint, l’assistenza nella composizione di email su Outlook.com e l’analisi dei dati su Excel. Copilot Pro consente anche esperienze interattive con Word, dove gli utenti possono riformulare paragrafi, generare testi e riassumere documenti. L’integrazione con Office non è l’unica novità. Copilot Pro offre anche l’accesso ai più recenti modelli di OpenAI e miglioramenti al Creatore di Immagini. Gli utenti possono persino creare il proprio Copilot GPT personalizzato. Coloro che non sono già abbonati a Microsoft 365 possono comunque sottoscrivere Copilot Pro per ottenere un accesso prioritario a GPT-4 Turbo e altri vantaggi. Questo include prestazioni più veloci, migliori strumenti di creazione di immagini e accesso anticipato al Copilot GPT Builder. Microsoft punta a soddisfare le esigenze degli utenti avanzati con Copilot Pro, aprendo la strada a una nuova era di produttività basata sull’IA. Allo stesso tempo, l’azienda sta espandendo l’offerta di Copilot for Microsoft 365 anche alle aziende di dimensioni più piccole, rimuovendo le limitazioni di sottoscrizione e rendendo l’IA accessibile a un pubblico più ampio. In un mondo in cui l’IA gioca un ruolo sempre più centrale nella produttività e nell’innovazione, Microsoft si posiziona al centro della trasformazione digitale, offrendo strumenti all’avanguardia per migliorare il lavoro e la creatività degli utenti.

Fonte adnkronos.com

APP POPOLARI UTILIZZANO LE NOTIFICHE PUSH DELL’IPHONE PER SPIARE GLI UTENTI

Recenti rivelazioni fanno luce sul fatto che alcune tra le più diffuse applicazioni, tra cui TikTok, Facebook e Bing, stanno sfruttando le notifiche push dell’iPhone per spiare gli utenti. Il ricercatore di sicurezza Tommy Mysk ha scoperto che queste app utilizzano un varco nelle funzionalità di personalizzazione delle notifiche introdotto con iOS 10 per inviare segretamente dati riguardanti gli utenti. Questo comportamento solleva serie preoccupazioni in merito alla privacy degli utenti, poiché le app aggirano le restrizioni di iOS sulle attività in background per inviare informazioni analitiche. Tra i dati trasmessi vi sono segnali unici del dispositivo, utilizzati per il rilevamento delle impronte digitali al fine di tracciare gli utenti tra le diverse app. Apple, da parte sua, si sta muovendo per affrontare questa problematica, richiedendo agli sviluppatori di chiarire esplicitamente il motivo per cui le loro app necessitano di accesso alle API coinvolte nel rilevamento delle impronte digitali. Questa mossa è in linea con l’impegno dell’azienda nel rafforzare la privacy degli utenti, come dimostrato dall’introduzione della Richiesta tracciamento attività in iOS 14.5, che richiede il consenso degli utenti prima di permettere il tracciamento tra le app e i siti web di terze parti. Questa scoperta solleva interrogativi importanti sulle pratiche di privacy e sicurezza nell’ecosistema delle app, sottolineando la necessità di una maggiore trasparenza e controllo da parte degli utenti sulle informazioni condivise e sulle attività di tracciamento online.

Fonte ispazio.net

SMEMORANDA DICHIARATA FALLITA: COSA ACCADRÀ AL MARCHIO ICONICO?

L’ultimo capitolo della lunga storia di Smemoranda, l’iconico marchio di agende e gadget per la scuola, ha preso una svolta definitiva con l’esito desolante dell’asta tenutasi a Milano per il rilevamento del marchio. Dopo 45 anni di presenza sul mercato, l’azienda si trova ora in una situazione di fallimento, segnando la fine di un’icona generazionale. Gli ultimi anni non sono stati gentili con Smemoranda. Oltre alle sfide della concorrenza e alla crisi delle cartolerie, l’avvento della pandemia da Covid-19 ha inflitto un duro colpo all’azienda, soprattutto con l’imporsi della didattica a distanza, causando una crisi profonda. Il tentativo di risollevare le sorti dell’azienda da parte del gruppo Giochi Preziosi, che ha preso in affitto il marchio Smemo per un anno, non ha avuto l’effetto sperato. La recente asta per il rilevamento dei diritti del brand è risultata deserta, confermando le difficoltà nel trovare una via d’uscita. Sebbene una seconda asta sia in programma, il futuro del marchio Smemoranda rimane incerto. Con la mancanza di acquirenti disposti a rilevare il marchio, si aprono varie possibilità, tra cui la cessione dei beni dell’azienda e la liquidazione degli asset. Per molti, la fine di Smemoranda rappresenta non solo la perdita di un prodotto, ma la fine di un’era. L’agendina colorata ha segnato la vita di migliaia di studenti e appassionati, diventando un simbolo di un’intera generazione. Ora, il destino di Smemoranda è nelle mani del mercato e degli investitori interessati. Resta da vedere se il marchio potrà trovare una nuova vita o se rimarrà solo un ricordo nostalgico del passato.

Fonte corriere.it

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